mercoledì 13 dicembre 2017

Il superfluo e l’indispensabile dell’India

L'India è tutto e il contrario di tutto. E’ il regno delle contraddizioni per eccellenza. E’ miseria e ricchezza, analfabetismo e sviluppo tecnologico, pluralismo e cultura tradizionale e modernismo, disuguaglianze e parità, erotismo, castità e Bollywood. Molte volte mi sono lasciata guidare dai paradossi e dai contrasti nei miei viaggi, ma in nessun posto come in India questa chiave si è rivelata la più appropriata per entrare nelle viscere del paese. La confusione tra simboli e rituali quotidiani che riceve i visitatori già contiene in sé l'identità indiana. Non bisogna farsi intimidire, ma abbandonarsi all'eccezionale ondata di immagini mescolate tra loro che contengono elementi solo apparentemente contraddittori: icone e statue indù, templi giainisti e sikh, moschee, campanili, immagini di Gesù e Madonne, stelle ebraiche, bandiere rosse e falci con martello. 


L'India è un paese secolare e la convivenza tra culture è la norma. Venendo dall'Italia, una nazione ancora molto chiusa l'Altro, il rispetto tra persone di differenti credenze è stato il primo fattore che mi ha colpito favorevolmente. A Bombay, dove vive ancora una piccola comunità ebraica, sono stata addirittura invitata a partecipare alla cerimonia dello shabbat nella sinagoga blu della città, nonostante non fossi ebrea. È stata una sorpresa non solo il modo in cui sono stato ricevuta, ma la cerimonia stessa, caratterizzata dall'atmosfera indiana con canti e danze allegre, colorate e avvolgenti. In secondo luogo, è degna di nota la presenza costante nelle librerie del Kama Sutra, il testo di educazione sessuale famoso in tutto il mondo. Il libro, venduto in diverse versioni, tutte i fedeli all'originale scritta da Vatsyayana, accompagna i lettori alla scoperta del benessere (in sanscrito kama), uno dei quattro scopi della vita per gli indiani. Non insegna solo posizioni sessuali come si crede in Occidente.

6 marzo 2011 - Ñ, supplemento culturale del Clarin di Buenos Aires


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