lunedì 19 febbraio 2018

Colette, vita di una donna al di fuori degli schemi

L’arrivo a Parigi nel 1893 è stato centrale nella formazione e nello sviluppo dell’identità della giovane Sidonie-Gabrielle Colette che in breve tempo, passando attraverso scrittura, recitazione, ballo, mimo e imprenditoria, diventa modello di emancipazione femminile, senza appoggiare le femministe dell’epoca. Venuta dalla campagna della Borgogna, Colette ama e vive una vita audace. Scopre se stessa e la città senza condizionamenti. Si lascia travolgere dalla Belle Époque di una Parigi già meta di sognatori e contribuisce a trasgredire vecchi tabù femminili con il suo essere spregiudicata. 
Colette è la prima donna libera del ventesimo secolo e il suo ritratto oggi riproposto da Angelo Molica Franco in A Parigi con Colette, appena pubblicato da Perrone, non può esistere senza la città che l’ha accolta e senza quell’atmosfera di inizio Novecento che ha dato vita a una nuova socialità pubblica e a un movimento culturale senza eguali. Oltre ai cafè, gli intellettuali e gli artisti s’incontrano nelle brasserie, il Moulin Rouge da locale si trasforma in music-hall e alle feste s’incontrano scrittori come Marcel Prust o artisti come Picasso e Matisse. “Parigi ha un occhio che ride e un occhio che piange”, come scrive l’autore del libro anche traduttore di libri di Colette tra cui Le ore lunghe. Vi arrivano pure “les Italiens de Paris”, Giorgio De Chirico, suo fratello Alberto Savinio, Gino Severini, Mario Tozzi, Massimo Campigli, Renato Paresce e Filippo De Pisis, che rubano la scena agli artisti francesi. 

Colette viene introdotta in società nel salotto di Madame Arman de Caillavet. Conosce subito Willy, l’uomo che diventerà il primo dei suoi tre mariti che sfrutterà il suo talento firmando a suo nome la serie dei libri delle Claudine che Colette scrive dal 1900 facendosi subito notare nel paesaggio della letteratura francese. Ancora più si fa notare più tardi, durante la carriera da attrice-mimo, quando nel 1906 all’Olympia balla senza indossare la calzamaglia a differenza  delle altre ballerine e l’anno successivo quando, in scena, bacia Missy, la contessa con i baffi finti, sua amante dopo il divorzio con Willy, facendo urlare allo scandalo. Colette così diventa anche una delle assolute protagoniste del saffismo a Parigi. Con il suo profilo inconfondibile ammalia uomini e donne ed è fortemente voluta al Moulin Rouge. 
Anche la sua vita si spegne a Parigi il 3 agosto del 1954, a 81 anni. E oggi, a 145 anni dalla nascita, la sua casa natale a Saint-Sauveur-en-Puisaye è stata aperta al pubblico ed è visitabile insieme al giardino che tanto piaceva all’amata mamma Sido, luogo magico dove la giovane Gabrielle ha coltivato l’attitudine alla meraviglia. 

Il Mattino - 18/2/2018


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