Questo stupore mi torna in mente oggi, 5 marzo, nel giorno in cui Battisti avrebbe compiuto 75 anni, e a quasi 20 anni dalla sua morte prematura a 55 anni avvenuta il 9 settembre 1998, perché era vent’anni fa che la mia attenzione si è concentrata sulla sua vita circondata da paradossi. E proprio dai paradossi che sono stata attratta e da due di questi sono nati due libri: E’ ancora vivo (Sottotraccia, 2000), un volume che analizza il fenomeno di “resurrezione mediatica” del mito-Battisti nel giorno successivo alla scomparsa, dopo oltre vent’anni di assenza dai palcoscenici reali e mediatici, e Non sarà un’avventura (Elleu, 2004), libro dedicato alle rivisitazioni in chiave jazz delle sue canzoni da parte dei più noti jazzisti italiani che ne hanno fatto dei bellissimi standard di jazz, un mondo musicale che il cantante di Poggio Bustone non apprezzava affatto.
Se questa forma di 'censura' continuerà Battisti rischia di non essere conosciuto, cantato e suonato dalle nuove generazioni e le sue melodie potrebbero finire nel dimenticatoio e non saranno più un’emozione italiana.
E questo è un altro paradosso: come si può voler controllare l’amore verso un artista?
L’arte e la vita degli artisti appartengono all’umanità.
Cara Francesca, già ti chiedo di riservarci una serata di presentazione dei tuoi due libri su Lucio Battisti quando faremo un ciclo di iniziative a lui dedicate. Che ne pensi?
RispondiEliminasi, molto volentieri
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